Ho pietà per gli sciocchi, diceva Mr T… e
detto da uno che andava in giro con quella pettinatura e quell’abbigliamento
sobrio, non poteva non strappare un sorriso ma, diciamocelo seriamente, avreste
avuto il coraggio di contraddirlo, faccia a faccia?
In ogni caso, ultimamente ne condivido la filosofia perché,
come spesso succede nel web, appena scrivi una cosa e questa viene travisata,
non c’è modo di riportarla alla versione originaria.
Perciò ci provo qui con un post, in modo da poterci linkare
chiunque risollevi di nuovo la questione.
Parlo nello specifico del numero 250 di Nathan Never, che
inizia a germinare proprio a pagina 96 nel numero 248, in edicola in questi
giorni.
Allora, il 250 di NN, è stato scritto a quattro zampe dal
sottoscritto e dal Grande Capo Antonio Serra, e pennellato dal compare lucido
craniato Sergio Giardo, uscirà tra un paio di mesate, e sarà uno starting point
per la serie.
Attenzione, ho detto starting point, non reboot, per la
santa vergine di Czestochowa!
Chiunque abbia detto “beh, che differenza c’è?” è pregato di
infilarsi una maglietta con su scritto “picchiami” e andare a suonare alle tre
di notte il campanello a casa di Chuck Norris…
Per gli altri il discorso dovrebbe essere chiaro.
Comunque, per i primi…
Il reboot è un riavvio, una ripartenza, un cancellare tutto
quello che c’è stato in precedenza nella serie, ripartendo da capo. È quello
che fa la Marvel quando pubblica un nuovo numero 1 in cui narra nuovamente le
origini dell’Uomo Ragno (excusez-moi, oggi si dice Spiderman!), proprio come
avverrà al cinema con il nuovo Amazing Spider-man, dove il film diretto da Marc
Webb, con Andrew Garfield, racconterà nuovamente quello che già si era visto
nel primo film di Sam Raimi con Tobey Maguire.
Semplice, no?
Mica tanto, perché per lo spettatore e per il lettore medio,
ciò che è stato visto una volta è un fatto incontrovertibile!
Un celebre aneddoto lo cita lo sceneggiatore Peter David
che (riporto a memoria) durante un viaggio in aereo, chiacchierando con la
passeggera sedutagli a fianco, le disse di essere uno sceneggiatore di fumetti;
nello specifico, in quel momento, stava scrivendo le storie dell’Incredibile
Hulk. La donna rimase perplessa: era impossibile, perché lei aveva visto Hulk
morire! Ovviamente si riferiva al film per la TV che chiudeva la serie
L’Incredibile Hulk con Lou Ferrigno, in cui il mostro verde, cade da un
elicottero in volo e muore (risate fuori campo…).
Per la donna, era inconcepibile che uno stesso personaggio,
per di più visto “in carne ed ossa” in tivvù, potesse avere altre incarnazioni.
Era morto e basta!
Per questo stesso processo mentale, lettori e spettatori si ritengono
traditi quando si sentono dire dagli autori: “Ehi, tutto quello che hai letto o
visto in questi ultimi anni lo spazziamo via… non è mai accaduto… insomma,
stavamo scherzando!”
No, non stavi scherzando prima, mi stai prendendo per il
culo adesso!
Alzino la mano i giovincelli che ricordano la serie
televisiva Dallas, circa 350 episodi in 13 anni, distribuito in tutto il mondo,
con centinaia di milioni di spettatori! Ebbene, uno dei protagonisti, Patrick
Duffy, dopo diversi anni di permanenza nella serie, si stancò del personaggio e
volle provare altre strade; gli autori non trovarono di meglio che uccidere il
personaggio. Duffy però non ebbe fortuna e chiese di rientrare. Beh, una
cinquantina di puntate dopo la sua morte: sua moglie si sveglia nel proprio
lettone e se lo trova di fianco addormentato, lo abbraccia, lo bacia, ed
esordisce con un candido: “Sapessi che paura amore… ho sognato che eri morto!”.
Crollo di ascolti… ma tanto abbiamo centinaia di milioni di
spettatori, chi se ne frega!
Ma allora che vantaggio c’è nel fare un reboot?
Il vantaggio c’è quando il pubblico ti segue da tanti, tanti,
tanti anni, e intanto è cresciuto, ha cambiato i gusti, e magari le storie dei
tuoi personaggi, per il lettore di vecchia data, perdono smalto perché
continuano ad avere un target di età più bassa rispetto alla sua.
Ma se il tuo bacino di utenza, grazie a gadget, vestiti, videogiochi,
cartoni animati ecc… deve essere ancora quello dei più giovani, allora è a loro
che ti devi rivolgere. Ma non si può appassionare il nuovo lettore con una cosa
subito troppo complicata, pretendendo che, per capirla, si vada a trovare
centinaia di albi passati, spendendoci soldi, leggendo un mucchio di roba per
lui vecchia e sorpassata… allora è l’editore che deve andare incontro al nuovo
lettore, anche a rischio di perdere quello vecchio, e magari ripescando quello
che si era perso un po’ di anni fa, perché non ci capiva più nulla tra
spin-off, fill-in, what-if, gang-bang e tricche-tracche.
Tornando a bomba, di nuovo: Nathan Never 250 non sarà un
reboot!
Non sarà un reboot!
Non sarà un reboot!
Forza, ripetetelo come un mantra!
Cioè?
Cioè un nuovo punto di partenza, un albo ideale per nuovi
lettori, che ritroveranno dentro Nathan Never, l’Agenzia Alfa ecc… ma non
avranno mai l’impressione di “essersi persi qualcosa”. Tutto ciò che è successo
fino ad oggi è davvero successo e resta! Ned Mace ha ucciso Laura Lorring e
rapito Ann Never, Andy Avilland ha ucciso Adija, Luke e le gemelle Ross sono
morti durante la Guerra con le stazioni orbitanti, la guerra con Marte è appena
finita ecc… ma le nuove storie verranno raccontate come se questi eventi non
siano mai stati raccontati! Sono accaduti ma non sono stati ancora raccontati! Perciò, dove e se sarà necessario, si racconteranno
con un nuovo punto di vista, con una nuova prospettiva, i pezzi degli eventi
passati necessari a far sì che tutti capiscano tutto.
Per tornare ad un parallelismo cinematografico, quando sarà
necessario faremo la stessa operazione che hanno utilizzato Zemeckis e
Spielberg nella trilogia di Ritorno al Futuro.
Quando Martin torna per la seconda volta negli anni Cinquanta,
noi vediamo nuovamente degli spezzoni del primo film, ma da angolazioni diverse.
Ecco perché non è un reboot.
Ecco perché, speriamo, il numero 250 e quelli immediatamente
successivi, identificati nell’insieme con il nome cospirativo di NiNo (Nuovo
Inizio NeverianO) possano essere identificati come l’inizio di una nuova era per
la serie, appassionando nella lettura vecchi e nuovi lettori, proprio come ci
siamo appassionati noi nel realizzarli!
13 commenti:
Sei stato bravissimo, temo però che ancora ci sia chi non ha ben capito...
In ogni caso perché oggi nessuno ha più pazienza? Aspettare la lettura dell'albo e poi, eventualmente, chiedere spiegazioni...
Ti dirò, a me questa mancanza di pazienza piace!
La febbrile attesa, il voler sapere, l'eccitazione per l'anteprima, è indice di apprezzamento per noi e per il nostro lavoro.
Vuol dire che quello che abbiamo fatto fino ad oggi è piaciuto, e i lettori non vedono l'ora di leggerci di nuovo! Siamo riusciti, senza imbrogli, a creare delle aspettative positive.
Insomma, è quell'appagamento che esiste solo in lavori creativi come il nostro; una forma di apprezzamento sincera e disinteressata.
;)
Sì, per carità, il brivido dell'attesa, la voglia di leggere subito il prossimo albo lo apprezzo e fa felice anche me, un po' meno il dare già giudizi anticipati su dei possibili contenuti...o no?
Beh, se sono supposizioni fatte solo per scambiarsi fantasie va bene, ma se sono giudizi, mi trovi assolutamente d'accordo!
Forse è una mia deformazione, una mia mancanza, non so, ma ho paura che il troppo fantasticare su una cosa che si attende (a parte il poter tracimare su giudizi anticipati, che in effetti riguarda solo una piccola minoranza di lettori), il voler costruire a tutti i costi una specie di proprio albo ideale, con trama e tutto, a volte possa poi avere come inevitabile sbocco una delusione tremenda: è chiaro che quello che noi autori si fa non potrà mai essere uguale a ciò che hanno immaginato i lettori preventivamente.
Sarà che io da giovane meno sapevo e immaginavo degli albi da comprare e più mi divertivo e mi sorprendevo quando poi apparivano in edicola...
Non parlerei né di deformazione, né di mancanza, semplicemente di approccio, dove ognuno ha ovviamente il proprio.
Io fantastico da sempre su quello che leggerò, farò, mi accadrà... che sia un albo a fumetti, una nuova palestra, un nuovo aggeggio tecnologico, una vacanza in famiglia.
Poi però riesco comunque a farmi assorbire completamente da quello che accade o quello che faccio.
Però, è anche vero che chiedersi il SE e il MA delle cose, è insito nel DNA di ogni sceneggiatore.
Tu, invece, preferisci farti stupire!
D'altronde è come quando si osserva uno spettacolo di illusionismo, c'è chi se lo gode senza chiedersi nulla, e chi cerca in tutti i modi di capire come ha fatto Copperfield a fregarlo... sono due modi diversi, e giusti, di godersi la stessa cosa.
:)
Sì, mi sa che hai ragione, l'importante è divertirsi; poi per quanto riguarda le aspettative deluse...pazienza, eh!
Per me son cose diverse. Ovviamente è sbagliato giudicare su albi ancora non letti. Ma l'attesa a me mangia dall'interno proprio, ed è cosa diversa.
Prima di finire l'albo io già sono in attesa del prossimo. E ovviamente essere in attesa del 250 per un fan di NN penso sia normale no?
Cmq mirko, onestamente, io non ho capito nulla. Aspetteró..
Sì, ho poi chiarito che a me quello che mi lascia un po' perplessa non è l'attesa spasmodica (cosa molto bella per chi poi li disegna e li scrive questi albi) quanto l'immaginare già cosa ci sarà su quell'albo, con tanto di particolari: con questi pensieri in testa mi sembra sia più probabile la delusione - ma se non è così - se cioè questo non influenza il giudizio - mi scuso per il mio pessimismo!
niente di cui scusarsi, figurati.
personalmente questo (l'immaginare) non mi rovina poi la lettura, me la rovina di più quando leggo una recenzione positiva o tutti mi parlano bene di qualcosa, poi di solito resto deluso. ma questo è un altro discorso.
Cara Patrizia, chi ci conosce, anche solo via web, ormai sa che un qualunque autore di Nathan, restando troppo in contatto con il Serra, si ritrova sempre un po' contagiato dal sul famoso Pessimismo Cosmico!
:D
è indubbio che la serie Nathan Never è quella che, attualmente, ha in nuce le più grosse potenzialità narrative.
Sì, di carne al fuoco ne abbiamo messa tanta e, almeno per il momento, ci sembra che stia cuocendo bene!
:)
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