martedì 30 agosto 2011

Che ridere?


L'immagine qui sopra, opera del bravissimo Nicola Rubin, mi serve per introdurre una domanda che, qualche tempo fa, mi è stata posta tramite Facebook da un amico dal nickname Alex Principato; domanda che, condivisibile o meno, che credo possa interessare.

Alex mi chiedeva: Perché gli autori Bonelli (pochi esclusi) sono allergici all'umorismo? Perché non vediamo più Christopher su Brendon? Perché Groucho dice due battute e se ne và? Perché non ci sono Dee, Kelly e Angie tutti i mesi? Perché Cico era spesso messo da parte negli anni '90? Perché?

Lungi da me l'idea di urlare in risposta "E io che ne so?!" gli darò una risposta semplice, ma non tanto immediata, per la quale conviene partire con qualche esempio pratico.

Iniziamo con due filmati youtubbici:


Il primo filmato credo che sia stato riconosciuto dai più; si tratta di alcune sequenze di Fracchia la belva umana, 1981, di Neri Parenti, con un Paolo Villaggio che semplicemente cambia nome al Fantozzi che già lo aveva reso famoso qualche anno prima, e lo vede affiancato da un Lino Banfi nei panni dell’esilarante Commissario Auricchio.

Il secondo filmato è tratto dal demenziale Top Secret, 1984, spassoso slapstick firmato Abrahams, Zucher & Zucher, insomma le stesse teste di Una Pallottola Spuntata e L’aereo Più Pazzo Del Mondo.

Esilaranti? Spassosi? Ne siamo proprio sicuri?

A voi, questi filmati, hanno fatto ridere?

Dipende dai gusti. C’è gente che conosce a memoria Frankenstein Junior, altri che non vogliono neppure sentirlo nominare.

È così per tutti i film? Per tutti i generi?

Ora proviamo con questo:

Ora chiudete gli occhi e immedesimatevi nel personaggio interpretato da Brad Pitt…

Provate a pensare di essere al suo posto.

Mentre voi non eravate in casa, qualcuno è entrato, ha ucciso la vostra fidanzata/moglie/madre, che era incinta a vostra insaputa, e vi ha fatto recapitare la sua testa in una scatola!

Se ciò non vi causa almeno un minimo brivido di angoscia, avete bisogno di fare due chiacchiere con uno psicologo di quelli bravi!

Allora, non tutti ridiamo per gli stessi motivi, ma ci spaventiamo più o meno per le stesse cose, perché?

Perché l’umorismo è culturale, mentre la paura è atavica.

La paura è dominata dall’istinto, è comune in tutti gli umani, e ci è servita per sopravvivere sin da quando mangiavamo banane sugli alberi.

L’umorismo, al contrario, si sviluppa con il crescere della conoscenza.

Ciò che fa ridere i bambini (caccapupù!) non è detto che faccia ridere i grandi, così come ciò che può far ridere un matematico (Come è possibile visualizzare uno spazio a 11 dimensioni? Semplicissimo: visualizza uno spazio a N dimensioni, e poi poni N=11) può far ridere solo lui, e nessun altro!

Ecco il motivo per il quale, nei fumetti Bonelli, non sempre si trova l’umorismo.

La Sergio Bonelli Editore fa principalmente avventura, indirizzata a centinaia di migliaia di lettori; con il dramma si riesce a coinvolgerne il maggior numero possibile, mentre con la comicità si rischia di soddisfare e divertire solo quelli che hanno un backgruond culturale più affine a chi scrive, rischiando di scontentare (o, per lo meno non divertire) tutti gli altri!

Ecco perché a volte, forse sempre più spesso, si sacrifica l'umorismo a vantaggio dell'avventura.


Una curiosità: ho scoperto che la parola umorismo deriva dal latino umorert-rem cioè umidità, liquido… ed è indubbio che, quando una cosa ci fa molto ridere, esageratamente, incontrollabilmente, ci si ritrova tutti umidi, sulle guance e nei pantaloni!

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